SETTORE CASA DOPO IL 2020

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Cosa è successo da marzo a dicembre 2020?

Le conseguenze della pandemia  hanno investito anche il Settore Casa. Già da subito le previsioni non erano delle più rosee. Dalle varie relazioni fatte sull’argomenta degli studiosi di Nomisma e dei vari esperiti del settore, si attendevano  flessioni considerevoli sia sui prezzi che sul numero delle compravendite.

Queste previsioni, sotto alcuni  aspetti, erano esatte:  in primo luogo la flessione del numero delle compravendite.

La diminuzione delle compravendite è stato determinato non solo dall’inattività del settore nei due mesi di lockdown, ma soprattutto dalle conseguenze economiche sui bilanci delle famiglie di quella inattività e della parziale attività dei mesi successivi.

Per quanto riguarda i prezzi,  nei primi mesi di ripresa dell’attività,  c’è stata una  sostanziale tenuta, questo perché  le crisi precedenti, soprattutto quella del 2008, hanno insegnato è che in Italia i prezzi rea

giscono con ritardo, con grande lentezza, rispetto all’evoluzione dei contesti.

Questo è un elemento di salvaguardia della solidità patrimoniale, tuttavia  è allo stesso tempo penalizza il mercato, specialmente per quelle famiglie che avranno  l’esigenza di monetizzare per garantirsi un mantenimento del proprio tenore di vita.

Quale sarà il futuro delle nostre case?    

In Italia i prezzi delle case scenderanno in misura significativa già nel corso del 2021, una tendenza particolarmente marcata al Nord.

Proprio nelle zone in cui le quotazioni degli immobili erano in moderata espansione alla fine del 2019.

Non sono quindi bastate le visite virtuali e gli acquisti di immobili on-line, che le agenzie hanno garantito in questi mesi:  il calo delle compravendite oscillerà infatti tra le 40mila e le 110mila unità in meno che, in termini di fatturato, corrisponderà a quasi 20 miliardi in meno di volumi.

L’impatto del contagio toglierà  alle città tutti i “vantaggi” avuti sinora: la diminuzione dei prezzi sarà forte  e si presume che raggiungerà il 12% a Milano, 10% a Bologna.

A Roma andrà leggermente meglio ma comunque  la riduzione dei prezzi oscillerà tra il 3% e il 10% da qui ai prossimi tre anni.

Saranno meno toccate dal problema le piccole realtà.

Non va meglio sul fronte affitti: l’emergenza in molti casi ha reso difficile per molte famiglie italiane provvedere al versamento del canone di locazione mensile.

Il governo ha previsto una serie di misure di sostegno per le fasce di reddito più basse ma la sensazione è che molte case si deprezzeranno ed aumenterà la richiesta di “affitti brevi”.

Insomma, una pesante battuta d’arresto per un settore che, dopo il brusco calo del 24% delle quotazioni tra il 2010 e il 2019, stava tornando finalmente a vedere la luce.


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