Immobiliare residenziale, nuova crescita per stock e rendita catastale

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Appena pubblicati sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate, i nuovi dati delle Statistiche catastali dell’Osservatorio del mercato immobiliare confermano come, anche nel 2017, il numero delle unità immobiliari censite nelle categorie catastali del gruppo A (con l’eccezione della A/10) è cresciuto, trascinando al rialzo anche la relativa rendita catastale complessiva.

Più nel dettaglio, lo stock immobiliare a destinazione residenziale presente in Italia al 31 dicembre 2017 ammontava a circa 35 milioni di unità, in aumento dello 0,3%  rispetto all’anno precedente, o + 114 mila unità. Ad essere aumentate sono le categorie maggiormente rappresentate (A/2 – abitazioni civili, A/3 – abitazioni di tipo economico) e le categorie A/7 (villini) e A/11 (abitazioni e alloggi tipici dei luoghi). Di contro, risultano essere in flessione le abitazioni signorili (A/1), le abitazioni popolari (A/4), le ville (A/8), i castelli e i palazzi di pregio (A/9) e soprattutto le abitazioni di tipo ultrapopolare e rurale (le uniche a diminuire con un tasso superiore al 2%).

Ragionando in termini assoluti, la quota di stock maggiormente rilevante è quella della categoria A/2, con 12,75 milioni di unità, davanti alla categoria A/3, con 12,70 milioni di unità. Complessivamente, le due categorie che interessano le abitazioni civili e quelle economiche ammontano a 25,45 milioni di unità, rappresentando di gran lunga la maggioranza dello stock abitativo residenziale tricolore.

Passando poi ai dati di rendita, il dossier ci informa che alle abitazioni che risultavano essere censite al 31 dicembre 2017 negli archivi italiani, corrispondeva una rendita pari a quasi 17 miliardi di euro, ovvero quasi 90 milioni di euro in più di quanto non fosse stato riscontrato nel corso del 2016.  La stragrande maggioranza delle rendite catastali abitative sono imputabili alle persone fisiche, per quasi 15,7 miliardi di euro (il 92% del totale), mentre è di 1,3 miliardi di euro la rendita attribuita alle abitazioni intestate alle persone non fisiche, ed è di soli 4 milioni di euro la rendita complessivamente riconducibile alle abitazioni che sono censite tra i beni comuni.

Sempre nello stesso scenario, l’OMI ci segnala come la quota di abitazioni di proprietà delle persone non fisiche sia superiore al 20% per quanto concerne le abitazioni signorili, le ville e le abitazioni tipiche dei luoghi (rispettivamente in categoria A/1, A/8 e A/11), ed assume addirittura un rilievo maggiore, per quasi il 60% di quota, nelle abitazioni di maggiore pregio (A/9).

Infine, con uno sguardo al valore di rendita catastale pro abitazione, la rendita media nel 2017 è ammontata a quota 485 euro, con valori superiori ai 3 mila euro per le abitazioni signorili (A/1), le ville (A/8) e le abitazioni di maggiore pregio (A/9), e punte superiori ai 6.500 euro per le rendite delle unità in capo alle persone non fisiche. Sono invece inferiori a 100 euro le rendite medie delle abitazioni popolari, ultra popolari o tipiche dei luoghi.

Sul fronte delle unità abitative maggiormente rappresentative, la rendita media della categoria catastale A/2 ammonta a 626 euro, mentre quella della categoria catastale A/3 è pari a 420 euro.

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Agenzia Immobiliare at AIDA Immobiliare
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Operiamo nelle nelle provincie di Ferrara, Ravenna e Bologna e gestiamo anche operazioni di investimento estero con particolare attenzione al Portogallo. Sempre alla ricerca di innovazione, di cui questo Blog ne rappresenta la testimonianza.
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