VENDERE UN NEGOZIO e’ difficile? Posso trasformarlo in appartamento ?

Spesso in agenzia capita che alcuni proprietari,  intenzionati a vendere un negozio o un ufficio, ci affidano il compito di pubblicizzarne la vendita con l’indicazione “potrebbe essere trasformato in abitazione” ! Confrontandomi con altri Agenti Immobiliari,  questa è una tendenza che inizia a sentirsi non solo nei paesi di provincia ma ormai anche nelle periferie delle grandi città dove anche lì le chiusure dei negozi sono maggiori rispetto alle aperture di nuove attività.

Capire quindi quali sono i passi corretti per trasformare un negozio in abitazione è fondamentale, perché la cosa è possibile  ma non così semplice! Ci sono infatti le autorizzazioni e i permessi da richiedere e poi i costi da affrontare e, specialmente, capire  quando è possibile realizzare il mutamento di destinazione d’uso.

Spesso i proprietari pensano che basti richiedere un cambio di destinazione al Catasto e che questo sia veloce con un minimo di spesa. Il nostro consulente tecnico, si mette sempre a disposizione per informazioni e consulenza e chiarisce sempre che questo mutamento ha vari passaggi e che avviene prima di tutto chiedendo il “permesso” al Comune. Successivamente, viene aggiornata la parte fiscale e quindi il Catasto. Ciò che permette o meno di realizzare il cambio è quindi la pratica urbanistica comunale. 

Cos’è la destinazione d’uso?

La destinazione d’uso di un’immobile è una classificazione che serve a indicare la funzione dell’edificio. Questa viene definita sulla base di norme urbanistiche precise. È un concetto chiave del diritto amministrativo, che ha anche un importantissimo valore giuridico. Destinando un immobile a un uso diverso da quello dichiarato si compie di fatto un illecito. Chi vuole ristrutturare un negozio per trasformarlo in un’abitazione deve quindi prestare molta attenzione alla questione del cambio di destinazione d’uso. Questo può avvenire in due modi:

  1. – Attraverso la realizzazione di opere edilizie.
  2. – Unicamente per via burocratica, senza il compimento di opere edilizie.

Le modalità variano a secondo dello stato dell’immobile da ristrutturare. Occorre in primo luogo constatare se, e quanto, il locale da trasformare in abitazione rispetti i parametri abitativi di legge e definire di conseguenza come intervenire.

I parametri da rispettare

Per legge, i locali destinati all’abitazione devono presentare dimensioni minime per quanto riguarda metratura e altezza, soprattutto per quanto concerne le camere da letto e i bagni. Un altro aspetto fondamentale, inoltre, è quello dell’illuminazione. Ogni abitazione deve infatti godere di adeguate fonti di luce naturale, posizionate in appositi spazi. Questo non è richiesto nel caso dei locali commerciali. Non da ultimo, per le abitazioni la normativa richiede anche il rispetto di standard minimi di efficienza energetica. A tal proposito, è importante ricordare che le regolamentazioni urbanistiche cambiano di comune in comune, occorre quindi basarsi unicamente sulla regolamentazione in atto nel comune in cui è situato l’immobile. Per questo, volendo cambiare la destinazione d’uso del locale, sarà necessario rivolgersi a un tecnico specializzato, che svolgerà un sopralluogo del locale da ristrutturare e si rivolgerà quindi agli uffici competenti del comune di riferimento, presentando una pratica per ottenere il titolo autorizzativo richiesto. Senza questo titolo la trasformazione del locale sarà considerata un abuso edilizio. Dopo questo passaggio si segnalerà al catasto la nuova destinazione d’uso del locale da ristrutturare. Il cambio al catasto ridefinirà anche l’ammontare della tassazione sull’immobile.

Il cambio di destinazione d’uso attraverso la realizzazione di opere edilizie

Per rientrare nella normativa spesso è necessario svolgere opere edilizie. Per questa ragione, è molto importante calcolare con largo anticipo il costo e i tempi delle opere murarie necessarie per rientrare nei parametri richiesti. Nella maggior parte dei casi occorrerà fare opere di muratura, di coibentazione e di sostituzione degli infissi. È anche molto probabile che a un edificio commerciale manchino gli allacci necessari per la costruzione di una cucina. Anche in questo caso, è fondamentale l’occhio di un esperto per calcolare l’entità dei lavori e per seguire tutto l’iter burocratico.

Quindi se la tua necessità è quella di vendere il tuo locale commerciale, potrebbe essere interessante controllare se può essere trasformata la sua destinazione d’uso in modo che sia semplice per l’acquirente valutare l’investimento!

Bonus Acqua potabile e Bonus Mobili 2021

Bonus Acqua potabile

Lo scorso giugno, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito le modalità e i criteri per richiedere il Bonus acqua potabile 2021. La misura fiscale intende agevolare l’acquisto e l’installazione di depuratori d’acqua, sia in azienda che tra le mura domestiche. Con il Bonus s’intende anche ridurre il consumo di bottiglie di plastica.

La misura fiscale permette di ottenere un credito d’imposta del 50% delle spese sostenute, tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022, per l’acquisto e il montaggio di depuratori d’acqua. L’agevolazione fiscale ha come importo massimo di 1.000 euro per ciascun immobile detenuto da persone fisiche. Per gli immobili adibiti a uso commerciale o istituzionale, per gli esercenti e per gli enti non commerciali, il Bonus prevede un tetto massimo di spesa che arriva ai 5.000 euro.

Per ottenere l’agevolazione fiscale del Bonus acqua potabile 2021, i contribuenti devono dimostrare l’importo delle spese sostenute tramite fattura elettronica o documento commerciale. Su entrambe i documenti deve essere presente il codice fiscale di chi richiede il credito d’imposta.

Questa misura sembra essere un’ottima opportunità per chiunque al fine di risparmiare sulle spese dell’acqua potabile e per ridurre l’impatto ambientale.

Bonus Mobili

Il Bonus Mobili ed Elettrodomestici è una misura fiscale. Ne possono usufruire tutti coloro i quali hanno realizzato interventi di ristrutturazione edilizia. La misura consente di portare in detrazione, sulla propria dichiarazione dei redditi, le spese sostenute per l’acquisto di: arredi, grandi elettrodomestici (di classe A+ o superiore) e mobili. La quota che viene detratta è pari al 50% delle spese effettuate.

Il Governo ha confermato la misura di detrazione fiscale anche per l’anno 2021. Alla proroga si è, inoltre, aggiunta una piacevole sorpresa. Il tetto di spesa massima per il quale si poteva richiedere la detrazione fiscale, è stato aumentato. Infatti questo è passato da 10.000 € a 16.000 €. Tuttavia è bene ricordare che il Bonus Mobili 2021, è valido solo per coloro i quali hanno realizzato un intervento di ristrutturazione anteriore al 1° Gennaio 2020. Inoltre è importante sapere che la data d’inizio lavori deve essere anteriore a quella della spesa per gli acquisti di mobili, arredi ed elettrodomestici.

Per quanto riguarda gli interventi effettuati su singole unità immobiliari residenziali, il Bonus Mobile ammette come interventi legittimi per ottenere la detrazione: quelli di ricostruzione o rifacimento di un immobile danneggiato da eventi naturali calamitosi; quelli di manutenzione straordinaria, restauro e ristrutturazione effettuati su singoli appartamenti. Il bonus esclude, dunque, gli interventi di manutenzione ordinari. Per cui le spese per la tinteggiatura di pareti e soffitti, per la sostituzione degli infissi o dei pavimenti, non possono essere portate in detrazione.

L’ottenimento delle detrazioni fiscali previste nel Bonus Mobili non sono automatiche ma vanno richieste esplicitamente. Per fare questo c’è bisogno d’indicare le spese sostenute nella propria dichiarazione dei redditi. Sia essa il 730 o il modello di Reddito per le Persone Fisiche.

SETTORE CASA DOPO IL 2020

Cosa è successo da marzo a dicembre 2020?

Le conseguenze della pandemia  hanno investito anche il Settore Casa. Già da subito le previsioni non erano delle più rosee. Dalle varie relazioni fatte sull’argomenta degli studiosi di Nomisma e dei vari esperiti del settore, si attendevano  flessioni considerevoli sia sui prezzi che sul numero delle compravendite.

Queste previsioni, sotto alcuni  aspetti, erano esatte:  in primo luogo la flessione del numero delle compravendite.

La diminuzione delle compravendite è stato determinato non solo dall’inattività del settore nei due mesi di lockdown, ma soprattutto dalle conseguenze economiche sui bilanci delle famiglie di quella inattività e della parziale attività dei mesi successivi.

Per quanto riguarda i prezzi,  nei primi mesi di ripresa dell’attività,  c’è stata una  sostanziale tenuta, questo perché  le crisi precedenti, soprattutto quella del 2008, hanno insegnato è che in Italia i prezzi rea

giscono con ritardo, con grande lentezza, rispetto all’evoluzione dei contesti.

Questo è un elemento di salvaguardia della solidità patrimoniale, tuttavia  è allo stesso tempo penalizza il mercato, specialmente per quelle famiglie che avranno  l’esigenza di monetizzare per garantirsi un mantenimento del proprio tenore di vita.

Quale sarà il futuro delle nostre case?    

In Italia i prezzi delle case scenderanno in misura significativa già nel corso del 2021, una tendenza particolarmente marcata al Nord.

Proprio nelle zone in cui le quotazioni degli immobili erano in moderata espansione alla fine del 2019.

Non sono quindi bastate le visite virtuali e gli acquisti di immobili on-line, che le agenzie hanno garantito in questi mesi:  il calo delle compravendite oscillerà infatti tra le 40mila e le 110mila unità in meno che, in termini di fatturato, corrisponderà a quasi 20 miliardi in meno di volumi.

L’impatto del contagio toglierà  alle città tutti i “vantaggi” avuti sinora: la diminuzione dei prezzi sarà forte  e si presume che raggiungerà il 12% a Milano, 10% a Bologna.

A Roma andrà leggermente meglio ma comunque  la riduzione dei prezzi oscillerà tra il 3% e il 10% da qui ai prossimi tre anni.

Saranno meno toccate dal problema le piccole realtà.

Non va meglio sul fronte affitti: l’emergenza in molti casi ha reso difficile per molte famiglie italiane provvedere al versamento del canone di locazione mensile.

Il governo ha previsto una serie di misure di sostegno per le fasce di reddito più basse ma la sensazione è che molte case si deprezzeranno ed aumenterà la richiesta di “affitti brevi”.

Insomma, una pesante battuta d’arresto per un settore che, dopo il brusco calo del 24% delle quotazioni tra il 2010 e il 2019, stava tornando finalmente a vedere la luce.

Bankitalia: tassi mutui in crescita in autunno

Nel suo dossier mensile sui bilanci bancari, Bankitalia ha certificato un incremento marginale dei tassi di interesse applicati sui mutui per l’acquisto di abitazioni. Una crescita non rapida, ma comunque sufficiente a porre dinanzi alle famiglie italiane una lecita domanda: il livello minimo dei tassi è definitivamente alle spalle? Richiedere un mutuo non sarà mai più così conveniente nel medio termine? Continua a leggere Bankitalia: tassi mutui in crescita in autunno

Emilia Romagna, la ripresa di un mercato immobiliare sempre più disomogeneo

Il mercato immobiliare dell’Emilia Romagna cresce, nelle compravendite e nelle quotazioni, ma lo fa in maniera più che mai disomogenea, dimostrando quanto sia ancora poco coerente il ritmo di sviluppo delle singole macro aree provinciali.

A tracciare tale panoramica è stata, in estrema sintesi, l’analisi regionale pubblicata pochi giorni fa dall’Osservatorio del mercato immobiliare sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate, a suggellare un 2017 da ricordare, e che funge da buon trampolino di lancio per uno stimato progresso nel 2018. Continua a leggere Emilia Romagna, la ripresa di un mercato immobiliare sempre più disomogeneo

bando giovani coppie

Bando giovani coppie dell’Emilia Romagna: fino a 35 mila euro per la prima casa

Via libera della Regione Emilia Romagna al nuovo bando per le giovani coppie, l’atteso programma regionale con cui l’ente desidera soddisfare in modo più efficace la domanda di abitazioni da parte dei giovani nuclei familiari e, di contro, favorire anche il recupero del patrimonio edilizio esistente mediante un riconoscimento di maggior favore alle operazioni di ristrutturazione immobiliare.

Acquisto prima casa

Nell’edizione 2018, la Regione Emilia Romagna ha creato due linee di intervento distinte, mettendo a disposizione ben € 15.000.000!

Linea 1

E’ relativa alla qualificazione del patrimonio esistente e prevede che i costruttori richiedano alla regione il contributo per recuperare/riqualificare immobili esistenti; il contributo ottenuto sarà poi scontato al cliente in fase di acquisto.

Prevedono contributi a fondo perduto fino a 20.000 €.
Potrà essere aumentato a 25.000 € nel caso in cui l’immobile sia frutto di una riqualificazione di un edificio preesistente.

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Comprare casa in Portogallo: è il momento giusto?

Gli ultimi dati statistici provenienti dai confini lusitani confermano come sia ancora in crescita il numero di stranieri che acquistano casa in Portogallo, attratti dalla bellezza naturale delle zone costiere (e non solo), da un vantaggioso costo della vita e da una complessiva qualità dei servizi che sembra soddisfare anche i più esigenti. Ne deriva che – anche ni virtù della forte domanda straniera – i mercati immobiliari nelle città costiere si stanno rapidamente riprendendo dalla crisi che ha causato il crollo dei prezzi delle proprietà residenziali durante la crisi finanziaria del 2007-08. Continua a leggere Comprare casa in Portogallo: è il momento giusto?